I sistemi di Machine Vision – dispositivi in grado di identificare persone e cose e di estrapolare dati dallo spazio pubblico e dalla rete – sono potenzialmente lesivi della privacy dei cittadini?
Una rete sempre più capillare di telecamere sorveglia 24 ore su 24 lo spazio pubblico. Fino a che punto sono legittime queste pratiche, anche se mirate a garantire la sicurezza e a prevenire il crimine? Questa domanda diventa sempre più urgente dal momento che la tecnologia della videosorveglianza ha compiuto di recente enormi passi in avanti, assimilando le capacità dell’intelligenza artificiale.
I sistemi di Machine Vision sono dispositivi in grado di identificare persone e cose, di estrapolare dati dallo spazio pubblico e dalla rete, di accrescere la propria conoscenza in modo autonomo, generando enormi banche dati. Ma il loro impiego è controverso e merita una riflessione. Qual è il giusto rapporto tra sicurezza e diritto alla privacy? Quali potrebbero essere i futuri impieghi di queste tecnologie?
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Proposto da SUPSI-DACD
Tempo di lavoro: 1-2 unità didattiche